Cefalea da disordine Temporo-Mandibolare e terapia manuale Osteopatica
postato il lunedì 11 maggio 2020La cefalea da disordine temporo-mandibolare è una tipologia di “mal di testa” e dolore facciale, veicolato in gran parte dal nervo trigemino, un nervo cranico in stretta relazione con l'articolazione temporo-mandibolare (ATM), i muscoli masticatori e le ossa della testa ad essa collegate.
Spesso si parla di disordini cranio-cervico-mandibolari.
INTRODUZIONE
La cefalea è definita come dolore generico avvertito dal paziente, nella zona di testa e collo. Le cefalea si dividono in primarie e secondarie, in base ad una classificazione internazionale; quelle da disordine ATM, rientrano nel gruppo delle cefalee secondarie. (*L’emicrania è invece un sottogruppo delle cefalee primarie).
Per DTM (disordine temporo-mandibolare) si intende invece una problematica a carico dell’articolazione temporo-mandibolare che presenta questi 3 aspetti: dolore articolare e irradiato a faccia e testa, rumore articolare e limitazione funzionale.
L’ articolazione temporo-mandibolare è una diartrosi pari e simmetrica, tra il condilo mandibolare e l’osso temporale, che presenta un disco di fibrocartilagine posizionato tra le due strutture. Presenta una muscolatura importante con 4 muscoli pari: muscolo temporale, muscolo massetere, muscolo pterigoideo interno e pterigoideo esterno.
Tutti questi muscoli sono innervati della componente motoria del nervo mandibolare, che è la terza branca del nervo trigemino.
Le funzioni principali dell’ATM sono la masticazione, la fonazione, la deglutizione e la ventilazione. È un’articolazione che usiamo molto, che ha una mobilità importante ed è alla costante ricerca di un equilibrio dinamico, dato che la mandibola è un osso “sospeso”. Per questi motivi spesso la troviamo in disfunzione.
Inoltre la mandibola e l’ATM sono inportanti recettori prorpiocettivi, che influenzano il sistema tonico-posturale, quindi la posizione e il movimento del corpo umano nello spazio.
Il nervo trigemino è il responsabile della percezione del dolore e della sensibilità cutanea nella zona della faccia e ciascuna branca innerva una zona definita. Inoltre il ramo oftalmico del trigemino innerva la dura madre, una membrana connettivale che riveste il sistema nervoso centrale, quindi encefalo e midollo spinale..
Per questo motivo, a volte si parla anche di “nevralgia del trigemino”.
La restante parte più posteriore della testa è innervata dalle radici cervicali C2 e C3, in particolare dal grande nervo occipitale o nervo di Arnold.
SINTOMI
Il sintomo principale è il dolore localizzato in una o più zone della faccia. Può essere scatenato dalla masticazione o da uno sbadiglio. A volte, per innescare il dolore, è sufficiente una delicata sollecitazione della cute del viso. È tipica l’insorgenza durante la rasatura o mentre si applica il trucco. Anche stiramenti della cute dovuti ad azioni ordinarie quotidiane come parlare o lavarsi i denti, possono costituire un fattore scatenante.
È più frequente dopo i 45 anni, con maggiore incidenza nelle donne.
Spesso sono presenti disturbi associati come:
- click e rumori articolari durante la masticazione o la fonazione
- difficoltà a deglutire
- dolore cervicale
- vertigini e nausea
- disturbi visivi
- acufeni e ronzii acustici
CAUSE
Sono molte le cause possibili che possono generare tale sintomatologia:
- traumi cranici e colpi di frusta
- dolore cervicale
- bruxismo e abitudini viziate (mangiarsi le unghie, ecc)
- malocclusioni
- alterazioni posturali
- otiti
- disturbi vascolari intracranici
- neoplasie
- malattie neurologiche
DIAGNOSI
Il medico di famiglia è in grado di inquadrare la problematica, quindi inizialmente è buona norma informarlo e farsi visitare. Se verrà ritenuto opportuno la farmacoterapia a base di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) o altri farmaci contro il dolore, potrà essere di aiuto ma non risolverà il problema.
Il dentista è in grado di arricchire la diagnosi, valutando l’occlusione e gli elementi dentari, anche a livello radiografico, consigliando magari un bite.
Il medico otorinolaringoiatra, può escludere problematiche relative all’orecchio, alla faringe o alle cavità nasali.
Il fisioterapista specializzato nella valutazione e trattamento dell’ATM può aiutare il paziente, valutando in modo attento i sintomi e le relazioni di questi con la postura, la mobilità cervicale e mandibolare. Esistono dei test clinici che permettono di valutare quanto la sintomatologia sia legata ad un problema dell’articolazione temporo-mandibolare o comunque alla sfera cranio-cervico-mandibolare. Il consiglio è quello di contattare un fisioterapista specializzato al persistere della sintamatologia, in modo da inquadrare la problematica da un punto vista funzionale.
TRATTAMENTO MANUALE E RIEDUCAZIONE
Una volta inquadrata la problematica, il trattamento prevede le tecniche di terapia manuale osteopatica, costituite da tecniche manuali applicate alle componenti muscolari, articolari, legamentose e osse. Solitamente viene trattata la zona toracica, il diaframma, la colonna dorsale e cervicale, la zona temporo-mandibolare e la sfera cranica. Le tecniche manuali prevedono anche un approccio intraorale.
Il programma terapeutico prevede degli esercizi di rieducazione dell’articolazione temporo-mandibolare, da eseguire a casa, allo specchio.
Di seguito alcuni esempi di tecniche manuali:
Trattamento del muscolo sternocleidomastoideo
Trattamento della fascia cervicale media
Trattamento extraorale del muscolo massetere
Trattamento dell’osso temporale e dell’osso sfenoide
Giacomo Ghelardini
Fisioterapista
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Studio di Fisioterapia Beneforti
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